Cos’è il rischio elettrico?
Per sua natura l’energia elettrica è capillare e invisibile, per questo motivo non sempre siamo consapevoli delle insidie che potrebbero mettere a repentaglio la nostra salute e sicurezza.
Svolgendo attività lavorative nei pressi dei conduttori si può incorrere nel rischio elettrico.
Per evitare tutto questo, è importante conoscere le distanze da mantenere rispetto alle strutture elettriche:
- con tensione minore di 1000 Volt: distanza di 3 metri (Bassa Tensione);
- con tensione da 1000 Volt a 30.000 Volt: distanza di 3,5 metri (Media Tensione);
- con tensione da 30.000 Volt a 132.000 Volt: distanza di 5 metri (Alta Tensione);
- con tensione oltre 132.000 Volt: distanza di 7 metri (Altissima Tensione).
Altro punto fondamentale è saper riconoscere le strutture elettriche che si trovano attorno a noi: elettrodotti e impianti che trasportano, trasformano e distribuiscono l’elettricità, impianti di illuminazione pubblica, linee di trazione per i tram e i treni.
Dal momento che l’infrastruttura elettrica non ha solo componenti “aeree”, e quindi visibili, ma anche interrate, si deve operare con la massima prudenza, soprattutto quando si lavora con attrezzi manuali o meccanici.
Quando si parla di rischio elettrico, infine, si deve fare molta attenzione anche a una fonte di alimentazione elettrica “alternativa”, che viene usata per avere energia in caso di blackout o di emergenza: i gruppi elettrogeni “familiari” di potenza da 3 a 5 kW. Macchinari che vanno maneggiati con grande attenzione: per questo motivo, per la loro installazione e funzionamento, vanno seguite attentamente una serie di precauzioni oltre alle indicazioni contenute nel libretto di uso e manutenzione.