Otto capovaccai liberati in Basilicata per aiutare la specie a rischio di estinzione
Massima allerta delle forze dell’ordine per contrastare il bracconaggio.
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Tra fine luglio e metà agosto 2019 otto giovani capovaccai sono stati liberati in Basilicata, nel Parco Naturale Regionale della Murgia Materana, in due diverse operazioni di rilascio messe in atto dall’Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati e da ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale allo scopo di supportare la popolazione italiana di questa specie, ridotta ai minimi termini.
La liberazione in natura di giovani nati in cattività costituisce una delle azioni previste dal progetto LIFE Egyptian vulture, nel quale E-Distribuzione S.p.A. è coinvolta in qualità di partner capofila. Il progetto, il cui titolo in inglese identifica il nome della specie, prevede azioni finalizzate a favorire la conservazione e la ripresa demografica della popolazione di questo piccolo avvoltoio.
Anche se in passato l'Associazione CERM aveva organizzato molti rilasci di capovaccai in Italia meridionale, mai prima d'ora era stato liberato un così elevato numero di individui nello stesso anno: ciò è stato reso possibile grazie al cospicuo numero di pulcini che, in anni recenti, sono nati presso il CERM Centro Rapaci Minacciati, una struttura situata in Toscana meridionale che è specializzata nella riproduzione in cattività di questa specie e nel rilascio in natura dei giovani nati.
La liberazione del 2019, per la prima volta, ha coinvolto contemporaneamente animali di tre diverse età: Leonardo e Nino nati nel maggio 2019, Diego, Jane e Kate nati nel 2018 e Beatrice, Francesca e Lucrezia nate nel 2017. Si è trattato di una prima volta anche per quanto riguarda la liberazione di giovani di due anni di età, in Italia mai sperimentata in precedenza visto che sinora erano stati liberati solo individui nati nello stesso anno oppure nell’anno precedente.
Prima della liberazione gli animali sono stati ospitati per alcuni giorni in una cassa-nido situata in una posizione strategica nella Murgia materana. Nei pressi della struttura è stato allestito un punto di alimentazione mentre altri aiuti alimentari sono stati forniti nelle aree via via frequentate dai giovani avvoltoi una volta liberi, tutto ciò allo scopo di facilitarne l’adattamento alla vita selvatica nei giorni immediatamente successivi al rilascio.
All'interno del Parco della Murgia Materana, che viene frequentato anche da una coppia di capovaccai selvatici oltre che da numerose altre specie di rapaci, E-Distribuzione sta attuando interventi di isolamento delle linee elettriche a media tensione allo scopo di minimizzare il rischio di elettrocuzione per i grandi rapaci che dovessero posarsi sui supporti delle linee.
La liberazione degli otto capovaccai, che avevano già trascorso del tempo non distanti dall’area di liberazione ospiti delle voliere del Centro Recupero Animali Selvatici di Matera, si è articolata in due turni di rilascio: il primo, con apertura della cassa-nido il 29 luglio, ha regalato la libertà a Francesca, Diego, Jane, Kate, mentre il secondo, risalente al 15 agosto, ha visto l'involo di Leonardo, Nino, Beatrice e Lucrezia.
Alle operazioni di rilascio, che sono state organizzate da personale dell'Associazione CERM e di ISPRA, hanno preso parte numerosi volontari provenienti da Basilicata e Puglia.
Gli spostamenti degli otto giovani, alcuni dei quali stanno già migrando per raggiungere le aree di svernamento nell'Africa sub-sahariana, vengono ora monitorati dall'ISPRA e dall'Associazione CERM grazie ai datalogger GPS/GSM con i quali sono equipaggiati e che sono stati messi a disposizione da ISPRA e dalla VCF Vulture Conservation Foundation.
Per prevenire atti di bracconaggio come quello accaduto lo scorso anno in provincia di Trapani che ha causato la morte di Clara, un giovane capovaccaio rilasciato a Matera nel 2018, i Carabinieri Forestali hanno avviato un’intensa attività di sorveglianza nelle aree dove si concentra il passaggio dei migratori e dove è più elevato il rischio di abbattimenti illegali. Per facilitare il lavoro delle pattuglie attive sul territorio, l’ISPRA e l’Associazione CERM trasmetteranno costantemente le posizioni degli animali rilevate tramite la strumentazione GPS/GSM.
Le attività condotte nell’ambito del progetto LIFE Egyptian vulture si inseriscono all’interno delle politiche di conservazione della biodiversità messe in atto dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite (UNEP). Le esperienze maturate nel rilascio dei capovaccai nati in cattività saranno condivise con la comunità internazionale per favorire la conservazione di questa specie minacciata di estinzione a livello globale.
Visita la pagina del progetto: www.lifegyptianvulture.it