La città del futuro? A misura del cittadino
Le infrastrutture di energia che pongono al centro le persone: l’intervento del nostro AD, Vincenzo Ranieri, a “Focus Live”
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Come sarà la nostra socialità nei prossimi anni? Come saranno le città del futuro? Il Covid ha accelerato un processo di trasformazione radicale inevitabile? A queste domande ha risposto il nostro AD Vincenzo Ranieri, ospite insieme a Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, e Italo Rota, architetto, dell’edizione 2020 di “Focus Live”, l’evento, a cura dell’omonima rivista, che fa vivere insieme scienza e tecnologia.
Quello che stiamo vivendo, secondo Ranieri, “è un cambiamento epocale” per la dirompenza e la rapidità delle trasformazioni che stanno avvenendo nel settore energetico. Un’evoluzione che “concorre a definire un nuovo paradigma, guidato da quattro fattori fondamentali: la decarbonizzazione, ossia il superamento dei combustibili fossili, la digitalizzazione, l’elettrificazione dei consumi e l’urbanizzazione”. È in tale contesto, secondo l’AD, che si rende necessario “ripensare il nostro modello di città”. Le aree urbane diventeranno infatti sempre più il polo fondamentale che guida tale mutamento, se si considera che a popolarle nel 2050 saranno 6,3 miliardi di persone (dagli attuali 3.5 miliardi), ossia il 70 per cento della popolazione mondiale. E soprattutto se si considera che esse, pur rappresentando attualmente “solo” il 5 per cento della superficie terrestre, sono responsabili del 70 per cento dei consumi globali di energia e della produzione di gas serra. Ecco perché le città devono diventare “intelligenti”, ossia capaci di garantire la sostenibilità ambientale e una maggiore efficienza energetica.
In questo ambito il “ruolo della Rete è centrale nella transizione digitale e tecnologica delle città”, non solo in una situazione di emergenza come quella che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, che ci ha reso ancora più consapevoli del suo compito cruciale nel garantire la continuità di un servizio di pubblica utilità. “Non si tratta solo di rendere l’infrastruttura più digitale e sostenibile, ma anche di capire come questo avvenga garantendo la rigenerazione degli spazi dei quartieri e nel contempo rendendo disponibili per la collettività nuovi servizi”, sottolinea Ranieri. Per questo motivo la Rete deve essere strutturata in modo da poter veicolare l’offerta di energia laddove si concentra la domanda, integrare nuove forme di mobilità sostenibile, favorire lo sviluppo di comunità energetiche locali e l’avanzamento delle “smart home”, ossia soluzioni di domotica che vanno oltre il “contatore”. In questo nuovo modello urbano andremo quindi sempre di più verso un business a piattaforma, capace di integrare attori come le infrastrutture di trasporto, gli impianti di illuminazione intelligente e le reti a banda larga.
Una città intelligente sarà quindi quella che metterà le persone al centro, consentendo al territorio di recuperare il suo spazio, aumentando la capacità di accogliere l’energia prodotta da fonti rinnovabili e fornendo servizi energetici nuovi a misura di cittadino. In questo senso, ricorda il nostro AD, una delle tecnologie più importanti che stiamo implementando è l’Open Meter, il contatore elettronico di seconda generazione, che consentirà di avere offerte customizzate e soprattutto aprire la strada ai servizi di domotica a costo zero, perché “è questo quello che vogliono le persone: riappropriarsi del loro spazio e dell’energia come servizio”. E per farlo, abbiamo pensato anche alle loro competenze, ed in particolare di chi sarà chiamato a gestire la Rete del futuro. In collaborazione con il Politecnico di Milano, abbiamo infatti sviluppato il Master internazionale in “Smart Grids”, con l’obiettivo di favorire la divulgazione sull’innovazione e nella consapevolezza che “essa deve essere aperta e disponibile per tutti”, dice l’AD. La sintesi di questa nostra visione è l’“Urban Futurability”, l’ecosistema urbano cioè dove tutti questi sviluppi tecnologici e questi servizi si concentrano. In tale contesto, infine, anche le infrastrutture elettriche saranno ripensate. Stiamo coinvolgendo giovani architetti in alcuni progetti, a Matera e Genova, ad esempio, per fare in modo che esse diventino anche parte dell’arredo urbano, integrate e coerenti. Strutture aperte cui anche i cittadini possano partecipare in questo processo di salto verso il futuro.