Inflation Reduction Act: la rivoluzione parte dagli Usa
Il provvedimento storico per il Paese dà la spinta alla lotta alla crisi climatica
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Oltre 700 miliardi di dollari per clima e salute: una svolta epocale che viene dagli Stati Uniti, dove il presidente Joe Biden ha firmato l’“Inflation Reduction Act”, che contiene anche una serie di misure che prevedono una forte spinta alle rinnovabili.
"Uno dei più significativi della nostra storia": così Biden, il 46esimo presidente degli Stati Uniti, ha definito il provvedimento durante la cerimonia di firma nella State Dining Room dello scorso agosto.
La Inflation Reduction Act è una legge che prevede 750 miliardi di dollari di investimenti per l'assistenza sanitaria e il clima. Comprende una serie di incentivi finanziari per ridurre il deficit, limitare i prezzi di alcuni farmaci, istituire un'aliquota fiscale minima per le grandi imprese e, soprattutto, combattere la crisi climatica.
Su questo fronte sono tante le novità.
L’impegno che il testo approvato quest’estate si è dato, è quello di ridurre le emissioni di una gigatonnellata entro il 2030. Per fare questo il timone Usa punta sulle rinnovabili. E non solo. Assicurandosi 370 miliardi di dollari destinati alla lotta alla CO2 e alla sicurezza energetica del Paese.
Più energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030 che comprenderà, grazie a queste nuove decisioni, l’installazione di 950 milioni di pannelli solari, 120 mila turbine eoliche e 2.300 impianti di accumulo su scala di rete.
Senza dimenticare di rafforzare la resilienza climatica e proteggere oltre 8 mila chilometri quadrati di foreste nazionali.
Sono poi previsti crediti di imposta riservati a chi acquista veicoli elettrici (7.500 dollari per il nuovo, 4.000 per l’usato), mentre 7,5 milioni di famiglie saranno incentivate a installare pannelli solari sui loro tetti con un tax credit del 30%. Agevolazioni anche per accogliere in casa pompe di calore o altri sistemi di efficienza energetica.
Una corposa serie di incentivi, quindi, con cui marciare spediti verso la transizione energetica.
Del resto, l’emergenza climatica costringe gli esecutivi dei Paesi del mondo a prendere decisioni e attuare politiche che tengano conto della situazione di cui vi avevamo parlato nel nostro primo E-Dossier. La Cop26 dello scorso anno si era chiusa con il “Glasgow Climate Pact” e i Paesi membri della conferenza ONU sul clima, ospitata dal Regno Unito, si erano dati dei goal importanti. Tra questi il più importante è il taglio del 45% delle emissioni di CO2 rispetto al 2010 con il proposito di arrivare a zero emissioni nette intorno alla metà del secolo. Solo così sarà possibile attuare la decarbonizzazione e contenere l'aumento a 1,5°C della temperatura globale.
La grande sfida delle reti attende tutti e noi siamo già pronti ad affrontarla.