L’energia che va avanti
La storia di StraOrdinaria Energia di un collega del Nord-Est parla di un evento climatico che ha messo a dura prova la rete
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Settanta chilometri di linee danneggiate: un evento estremo che avveniva a poca distanza dai danni ingenti causati dalla tempesta Vaia: la resilienza della rete passa anche attraverso lo spirito di servizio e la collaborazione. Oggi vi raccontiamo una storia di StraOrdinaria Energia che viene dal Nord-Est.
4 Dicembre 2020, area dell’Agordino, provincia di Belluno. Dalle previsioni meteo erano attese precipitazioni molto abbondanti nella zona, che andavano a sommarsi alla neve e a temperature piuttosto fredde.
Come sempre, allo scattare dell’alert, si erano attivate per noi le procedure necessarie a predisporre gruppi elettrogeni e mettere in campo tutto quello che era necessario per fronteggiare questo tipo di fenomeni climatici particolarmente intensi.
“Noi eravamo appena usciti dal ‘post Vaia’ che era stato tra fine 2018 e inizio 2019. Ci stavamo ancora ‘leccando le ferite’, in quanto era rimasto qualche tratto d’impianto alimentato in maniera provvisoria”, racconta Valentino Bolzan, capo BT Belluno-Agordo.
Quella del bellunese è stata infatti una delle aree del Nord-Est che sono state flagellate dal ciclone di quattro anni fa che ha avuto un impatto ambientale molto forte insieme a gravi conseguenze sulla popolazione e le infrastrutture.
Se il Vaia ha letteralmente raso al suolo oltre cento chilometri di linee di distribuzione dell’energia elettrica, le piogge e la neve che ricorda il collega non sono state da meno: sono stati settanta i chilometri di linee interessati.
“Man mano che andavamo avanti nel riparare i guasti ci rendevamo conto che, ritornando il mattino seguente, trovavamo altri clienti disalimentati”, così Bolzan dipinge la gravità della situazione che si è trovato a fronteggiare.
E aggiunge “siamo comunque sempre riusciti a far fronte ai disagi: anche con soluzioni provvisorie ripristinavamo il servizio. I problemi più grossi si sono riscontrati in Val di Zoldo, dove, a causa di un doppio guasto, i clienti sono rimasti senza corrente un paio di giorni, dal momento che le criticità maggiori avevano interessato delle linee elicord, che sono più resistenti dei conduttori a nudo, ma sono più complesse da riparare”.
Sono stati circa 5 giorni di duro lavoro, anche a ranghi più ridotti, a causa delle allora vigenti restrizioni dovute al Covid.
Nonostante questo, la quadra è stata trovata, grazie anche al supporto dei colleghi delle ditte appaltatrici.
“Quello che mi ha colpito è che quando c’è un’emergenza - ma questo vale anche nel quotidiano - tutti quanti tendono a dare il 110%, nel senso che non c'è nessuno che si tira indietro. Sia da parte della comunità locale, che dei colleghi, compresi anche quelli che vengono ad aiutarti da altre parti d’Italia, c’è sempre buona disponibilità e buona volontà”, dice il collega.
“Quando vedi che sono tutti che ‘tirano’ dalla stessa parte prima o poi ne esci, per quanto possa essere grossa l’emergenza non ti spaventi, insomma”, conclude.
Tutti lavorano dunque per uno stesso scopo, ripristinare il servizio quando viene messo, insieme all’infrastruttura, a dura prova da eventi climatici che diventano sempre più estremi a causa del surriscaldamento globale.
Motivo per cui ci impegniamo ogni giorno a rafforzare e rinnovare la rete e renderla più resiliente.