A Cosenza tracce del passato
Durante i lavori per la posa di un cavidotto in Via Popilia, è emersa una parte di necropoli datata tra il II e il IV secolo d.C
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Una Storia che viene “svelata” e che porta alla luce segni e testimonianze dell’antichità. Durante i lavori di scavo per la posa di un cavidotto a Cosenza, in Calabria, è emersa una parte di necropoli composta da sei sepolture, databili tra il II e il IV secolo d.C: una scoperta che aggiunge un nuovo importante tassello al patrimonio archeologico della città calabrese.
Dal cielo alla terra, anzi sottoterra. Nel suo essere così capillare sul territorio la rete non distribuisce e porta solo energia, ma anche Storia.
Come vi abbiamo spesso raccontato, nelle attività che svolgiamo quotidianamente per rinnovare e potenziare l’infrastruttura accade che i nostri colleghi, scavando nel sottosuolo, facciano dei rinvenimenti davvero speciali.
È accaduto a Cosenza, dove quest’estate, lungo il tratto dell’attuale Via Popilia, non distante dal centro storico, nel corso dei lavori per la realizzazione di una trincea per la posa di un cavidotto, è stata individuata parte di una sepoltura.
La squadra a lavoro per ricostruire questo spaccato antichissimo della società ha datato tale reperto a un periodo tra il II e il IV secolo d.C.
Grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologica e con le Belle Arti e Paesaggio di Cosenza, è stato poi possibile indagare sul ritrovamento che è risultato essere composto da sei tombe e vari corredi funerari, che hanno aiutato a riconoscere la composizione interna dello spazio funerario per fasi cronologiche.
Non è un caso che il sottosuolo della città calabrese continui a restituire tracce dal passato. L’ultima scoperta contribuisce ad arricchire il quadro storico relativo alla “città dei morti” della “Consentia” di età imperiale, indicata dagli studiosi come la probabile capitale dei Brettii, antico popolo che abitó la regione.
Lo studio di questa porzione di necropoli non si ferma qui: mentre i nostri lavori per la posa del cavidotto sono ripresi, la Soprintendenza continua ad analizzare lo scavo e a intervenire sul restauro dei corredi.
Ancora una volta il nostro impegno si è tradotto in un intervento a tutela del patrimonio archeologico che ha permesso, in sinergia con le istituzioni locali, alla comunità cosentina di conoscere e accedere a un nuovo e importante pezzo di Storia.