La rete e la generazione distribuita
Cos’è e quali sono i suoi impatti
Condividi
Gli obiettivi di decarbonizzazione e la necessità e l’urgenza di contrastare il cambiamento climatico ci spingono sempre di più a integrare e accogliere la produzione energetica da rinnovabili grazie anche al supporto che ci arriva dalla tecnologia. Un fattore rilevante in questo contesto è rappresentato dalla generazione distribuita. Ma di cosa si tratta? Ne parliamo con un nostro esperto.
La generazione distribuita sta rivoluzionando il panorama energetico nazionale grazie ai tantissimi impianti di produzione da fonti rinnovabili che si sono connessi e si stanno connettendo alla rete elettrica a livello locale.
Ma di cosa si tratta? Ce lo spiega Angelo Battistone, Senior Esercizio e Conduzione Rete (Referente per i Produttori): “Si tratta della facoltà concessa da una serie di decreti-legge a soggetti privati di installare impianti di produzione che hanno un’ampia gamma di potenza, dai piccoli per uso domestico residenziale, dai mini impianti plug & play fino a 250 W in su, fino ai grandi connessi alla rete in Media Tensione che possono arrivare fino a 10.000 kW.
Tale produzione è “diffusa” o distribuita in quanto parliamo di un fenomeno sparso su tutto il territorio nazionale, caratterizzato da grandi numeri che l’anno scorso hanno superato il milione di connessioni in bassa tensione: un trend che secondo le previsioni entro la fine di quest’anno porterà all’attivazione di circa 370 mila impianti in bassa tensione per una ulteriore potenza totale che sfiorerà i 4 GW sulla sola rete di E-Distribuzione.
Questo tipo di generazione ha decisamente portato a un cambiamento sostanziale nel paradigma del sistema elettrico: “ha sconvolto la logica di gestione in quanto si è passati da un sistema di generazione dell'energia elettrica localizzato in tante grandi centrali che poi alimentavano a ragnatela l’Italia a una serie di piccole ‘centrali’ distribuite su tutto il territorio, che prevalentemente generano laddove c'è il carico”, riporta l’esperto.
Ma quali sono gli impatti che questo fenomeno ha sulla rete?
Poiché è basata su fonti rinnovabili che per loro stessa natura sono fortemente dipendenti dalle condizioni meteo e stagionali, la generazione distribuita è caratterizzata da un certo margine di imprevedibilità. Sono utilizzati criteri di valutazione che consentono di stimare la produzione attesa per il giorno successivo, che comunque rimane in parte subordinata alla non completa prevedibilità delle condizioni meteorologiche.
E questo fa emergere sempre di più la necessità ed opportunità di gestire la rete elettrica con logiche diverse da quelle usate in passato, ossia in termini di smart grid: “perciò è necessario mettere in comunicazione impianti di produzione e carichi per far sì che l'energia venga prodotta nel momento in cui viene richiesta. Quindi, in questo processo, viene introdotto il concetto di gestione smart della rete intesa nel suo complesso di carichi, impianti di produzione e topologia della connessione” aggiunge Battistone.
Come avviene? Anche in questo caso, l’innovazione è la chiave per abilitare questi meccanismi attraverso strumenti come lo Smart Meter e il Controllore Centrale di Impianto (CCI).
“Il Controllore Centrale di Impianto è un dispositivo che legge i dati di produzione e tensione relativi’ agli impianti di produzione, per ora limitatamente agli impianti di potenza pari o superiore al MW, li fa transitare attraverso la rete del distributore per poi metterli insieme e inviarli a un centro di controllo del TSO (Transmission System Operator)”, spiega il collega che sottolinea appunto come questo sia un mezzo per sapere in real time quali siano le condizioni di carico della rete elettrica a fronte di flussi di potenza immessa dalla generazione distribuita che non sono più “controllabili” a monte e che appunto impongono la necessità di interventi nei casi di picchi di produzione.
Lo Smart Meter è un’altra “sentinella della rete” che dà la possibilità di monitorare i consumi elettrici facendoci vedere quanta energia abbiamo assorbito/immesso in una giornata e quale è stato il picco di potenza.
Insomma, si tratta di soluzioni che vengono in aiuto della rete che sta accogliendo sempre di più le rinnovabili, le quali stanno diventando la principale fonte di alimentazione: “basti pensare che a livello di generazione distribuita solo sulla rete di distribuzione ormai siamo sui 32 gigawatt di potenza, a fronte di un picco nazionale che è intorno a 54-56 gigawatt”, conclude Battistone.
Un passo importante dunque. La sfida di oggi e di domani sarà quindi quella di integrare tale generazione, garantendo al tempo stesso un sistema elettrico efficiente e sostenibile.