Safety, un alleato è la tecnologia
Innovazione e sviluppo tecnologico: per i nostri operativi nuovi strumenti a supporto della sicurezza
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Dispositivi che rilevano e segnalano potenziali avvicinamenti non previsti a una linea MT in servizio, oppure scale che consentono di superare delle difficoltà tecniche così come attuare procedure di recupero in emergenza: oggi parliamo di queste, e di altre attrezzature, in arrivo per tutti i nostri operativi. Per le quali, come sempre, la parola d’ordine è la sicurezza.
Nelle nostre attività quotidiane rispettare le regole, le procedure e i metodi di lavoro è condizione essenziale per la sicurezza delle nostre persone.
Per rispondere a necessità tecniche operative e accrescere ulteriormente i nostri livelli di protezione, ci siamo dotati di una serie di dispositivi innovativi che stanno arrivando a tutti i colleghi, accompagnati da un’adeguata formazione sul loro utilizzo.
Partiamo da un piccolo, ma importante, dispositivo. Si chiama “PVD”, “Personal Voltage Detector”, ed è uno “strumento posizionato sull’elmetto dei nostri operativi che rileva e segnala un avvicinamento involontario a linee elettriche MT in servizio o interferenti con l’attività in corso”, ci spiega Alberto Breschi, Capo Unità Metodi di Lavoro, DPI e Attrezzature, di Salute e Sicurezza Sede Centrale.
“Grazie a un allarme acustico il PVD allerta gli operatori della presenza di un campo elettrico potenzialmente non previsto, consentendo loro di potersi allontanare dall’area e mettere in atto le procedure di verifica e di eventuale nuova valutazione del rischio” aggiunge Alberto Breschi. Per l’esattezza, non si tratta di un dispositivo di protezione individuale, ma di un ausilio in più, che va ad aggiungersi ai metodi previsti per la “verifica di assenza tensione” con l’utilizzo del rilevatore unipolare di tensione in dotazione al personale, che rimane lo strumento principale per le linee guida della sicurezza e per il rispetto delle 5 regole d’oro.
Questo piccolo ma importante strumento deve essere utilizzato durante le attività fuori tensione: principalmente sui lavori in elevazione, all’interno di cabine secondarie o in occasione di lavorazioni in trincea.
Negli ultimi due anni, abbiamo messo in campo anche altre iniziative specifiche per i lavori in elevazione.
Tra le attrezzature introdotte c’è la scala ibrida, in alluminio e vetroresina, che “ha la particolarità di poter essere agganciata al sostegno a partire dal suolo, in modo che il collega possa avere una linea vita anticaduta già nel momento in cui inizia a salire”, spiega Paolo Millucci (Senior Safety di Sede Centrale) che l’ha ideata.
Ma anche lo sviluppo di un sistema di aste stabilizzatrici da applicare sulla scala a sfilo durante i lavori a parete nelle situazioni in cui questa non possa essere vincolata o vi siano impedimenti.
“Si tratta di un grosso passo avanti per la sicurezza: si fa in modo che ogni operativo possa essere assicurato a una “linea vita” anticaduta durante le operazioni di salita e discesa dalla scala”, precisa Alberto Breschi.
Per la discesa in botola abbiamo sviluppato poi un tripode, un cavalletto con un punto di ancoraggio che permette, sempre vincolati ad una linea flessibile anticaduta, di scendere (o risalire) nelle cabine o nei luoghi sotterranei in piena sicurezza e, grazie ad un argano, di calare o sollevare - in maniera assolutamente sicura - carichi fino a 300 kg.
La scala ibrida e il tripode ci consentono inoltre anche di attuare, in caso di necessità, le procedure di emergenza per il recupero dei lavoratori che si ritrovano in condizione di difficoltà o colti da malore.
Si tratta di novità molto importanti che si aggiungono a tutti i dispositivi attualmente in carico che rappresentano oggi le migliori soluzioni per la sicurezza a disposizione dei nostri colleghi sul campo.