IA e reti: come l’intelligenza artificiale cambierà i paradigmi dell’energia
Secondo un report dell’IEA la domanda di elettricità dei grandi sistemi di calcolo arriverà nel 2026 a superare i mille miliardi di KWh
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IA e il futuro: quali sono le sfide che coinvolgeranno le reti? Lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale richiederà sempre più energia e l’infrastruttura di distribuzione sarà chiamata a rispondere a nuove challenge. Quali? Lo scopriamo insieme grazie a un report dell’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia.
Basta un singolo dato per avere un’idea di come il mondo dell’elettricità è destinato a mutare in relazione alla crescita della AI: secondo le recenti analisi dell’IEA, la ricerca di una sola parola su un qualsiasi motore online richiede circa 0,3 watt/ora; la stessa azione svolta su un sistema AI, come, ad esempio, ChatGPT, impiega quasi dieci volte tanto, circa 2,9 watt/ora. Se si considera l’attuale tasso di sviluppo dei grandi data center, sia quelli esclusivamente dedicati alle applicazioni di intelligenza artificiale sia quelli utilizzati per la ricerca scientifica e tecnologia sia, infine, i potenti server necessari alla gestione delle cripto-valute, l’Agenzia arriva a stimare che tra soli due anni l’insieme della domanda di energia elettrica dei centri di calcolo nel mondo potrebbe più che raddoppiare, passando dai 460 TWh del 2022 a un valore oltre i 1000 TWH nel 2026, con un incremento che, nel caso migliore, equivale a circa metà dei consumi annui di elettricità dell’Italia e, in quello peggiore, al doppio della domanda elettrica annua della Germania.
Ma quali sono gli usi pratici dell’AI che comportano il maggior consumo di energia? Secondo uno studio condotto dai ricercatori della startup AI Hugging Face e della Carnegie Mellon University generare un’immagine utilizzando un potente modello di intelligenza artificiale richiede la stessa energia necessaria per caricare completamente uno smartphone, mentre creare un testo per 1000 volte consuma solo il 16% della carica completa dello smartphone.
Il motivo per cui i modelli di intelligenza artificiale generativa utilizzano molta più energia – si legge nella ricerca - è che cercano di fare più cose contemporaneamente, come generare, classificare e riassumere il testo, invece di un solo compito, come la classificazione. Bisognerebbe dunque creare sistemi più selettivi in modo da poter utilizzare modelli più specializzati e a minore intensità energetica. Ma questo comporterebbe un aumento della domanda di energia nella fase preliminare di addestramento dei sistemi, durante la quale vengono inseriti i dati e gli algoritmi necessari alla loro elaborazione.
Insomma, un processo complesso e destinato a mutare il panorama della domanda di energia elettrica nel mondo e nel nostro Paese.
L’intelligenza artificiale si configura dunque una grande opportunità e insieme una sfida per la rete.
Noi di E-Distribuzione abbiamo già avviato da tempo importanti investimenti volti a rendere sempre più avanzata, capillare e resiliente l’infrastruttura elettrica nelle aree territoriali da noi presidiate, per poter rispondere tempestivamente alle nuove esigenze indotte dal grande mutamento della transizione energetica e digitale.