Come funziona la rete di distribuzione: Open Meter
Al via con il contatore smart la nuova rubrica che racconta il viaggio dell’energia elettrica in ogni angolo del Paese
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Dal contatore ai grandi impianti di trasformazione, due secoli di cambiamenti che ci hanno portato all’ultimo Open Meter. Inauguriamo la nuova serie di articoli che ci porteranno a fare un viaggio all’interno dell’infrastruttura di distribuzione elettrica per conoscerla più da vicino. E l’avventura parte da un gesto quotidiano che facciamo tutti quanti: accendere l'interruttore con il quale case e uffici si illuminano. Dietro questo semplice atto, si cela una storia di innovazione e progresso tecnologico che vede il contatore come protagonista.
E-Distribuzione, come principale distributore di energia elettrica del Paese, ha accompagnato questa rivoluzione negli anni: oggi sono oltre 30 milioni i misuratori installati in Italia, sempre più orientati a ottimizzare i consumi e supportare la transizione ecologica, accompagnando i clienti verso l’efficienza energetica.
Ma vediamo da dove ha origine questo strumento e a cosa serve.
Contatori di energia elettrica: in principio fu Thomas Edison
Verso la metà dell’Ottocento, inventata da poco l’elettricità, ci si pose la questione di misurarla. Ma l’energia elettrica non si vede, non si pesa e non ha nemmeno una “larghezza”: serviva quindi uno strumento apposito. A escogitarlo per primo fu Thomas Alva Edison: un sistema abbastanza complicato e poco preciso che consisteva nell’utilizzo di una cella elettrochimica nella quale un metallo, attraversato dalla corrente elettrica, veniva periodicamente pesato per calcolare la quantità di energia impiegata.
Poi fu la volta dei contatori a pendolo e infine di quelli elettromeccanici, dove un disco ruotava spinto dalla forza elettromagnetica a una velocità proporzionale all’energia che lo muoveva.
Dal primo contatore del nuovo secolo allo Smart Meter
I contatori a disco hanno avuto lunga vita, fino all’alba del XXI secolo. Con un imponente investimento di risorse economiche e tecnologiche, l’Italia, per prima tra i grandi paesi europei, ha iniziato a dotarsi di misuratori elettronici.
La prima installazione è iniziata nel 2001 ed è proseguita fino al 2016: pratici, capaci di fornire informazioni in tempo reale sia all’utente sia al distributore, sono oggi giunti alla seconda generazione.
Lo smart meter, disegnato come quello di prima generazione dall’architetto Michele De Lucchi, è stato finora installato presso quasi il 90% delle utenze elettriche servite da E-Distribuzione. Open Meter permette di memorizzare e trasmettere una grande massa di informazioni che consentono all’utente finale di avere maggiore contezza dei propri consumi e di adottare di conseguenza i comportamenti più efficaci per ottimizzare l’impiego dell’energia in case, aziende e uffici.
Contatori 2.0 e Smart Grids: alleati per il futuro dell’energia
I nuovi contatori sono anche il cuore pulsante delle Smart Grids, le fitte maglie di una rete elettrica intelligente che non è ormai più unidirezionale, dalle centrali di generazione ai singoli impieghi finali, ma bidirezionale, integrando ogni singolo sistema di produzione dell’elettricità diffuso nel territorio e ottimizzando così la distribuzione dell’energia.
I meter di seconda generazione assumono in questo modo varie funzioni: in primo luogo informano l’utente finale in tempo reale, memorizzando poi a un ritmo di ogni 15 minuti, l’energia utilizzata e, al tempo stesso, la produzione, qualora siano presenti anche impianti fotovoltaici, così da poter creare dei profili di consumo e di generazione dettagliati.
Ma consentono anche ai nostri colleghi di monitorare le immissioni di energia e i carichi lungo la rete.
Come funziona Open Meter
Il contatore misura l’energia impiegata e trasmette le informazioni agli aggregatori, situati presso le cabine secondarie (circa 380 mila sparse in tutto il Paese) attraverso un segnale ad alta frequenza convogliato lungo la stessa linea di distribuzione elettrica. Dagli aggregatori, i pacchetti di dati vengono quindi trasmessi al sistema centrale utilizzando la rete telefonica mobile pubblica, dove vengono quotidianamente elaborati, per essere poi trasmessi sia all'Acquirente Unico e quindi all’Autorità (Arera) sia all’impresa di vendita dell’elettricità che può così procedere alla fatturazione.
La trasmissione dei dati viene effettuata con sistemi di crittografia, che assicurano standard elevatissimi di sicurezza. Inoltre, i contatori sono conformi alle norme europee che disciplinano le attività di misura dei consumi elettrici, con lo scopo sia di favorire il processo di transizione energetica fissato dal regolamento europeo sul clima e dal Green Deal europeo, sia di tutelare i consumatori.
Ed è proprio in direzione delle sfide che stiamo affrontando che Open Meter ci accompagna in questo viaggio dell’energia verso un futuro condiviso e digitale.